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martedì 28 marzo 2023

PALEOARTE: come sta procedendo?

 Introduzione

Chi mi conosce sa quanto sia immerso nel mondo della paleoarte e dell'illustrazione scientifica, e oggi vorrei spendere due righe per fare un piccolo "recap" sulla situazione paleoartistica attuale e per esprimere qualche considerazione personale sull'argomento trattato.

Miglioramenti?

Dal 1830 in poi sono state realizzate innumerevoli illustrazioni raffiguranti specie estinte. La domanda che spesso ci poniamo è: "Quanto è migliorata la Paleoarte da allora?"

Idealmente, tale domanda, dovrebbe essere considerata "retorica" sotto certi punti di vista.
In parole povere: se la Paleoarte viene considerata come una branca dell'Illustrazione naturalistica allora deve possedere la stessa base: l'accuratezza scientifica. 
Fissato questo punto possiamo affermare che parte della qualità di un'opera paleoartistica dipende da quanto i soggetti e gli ambienti raffigurati siano scientificamente accurati (considerando lo stato delle ricerche in relazione all'anno di produzione dell'opera). 

L'aspetto puramente grafico, e quindi "estetico", delle paleoarti è un dato che dipende dalla tecnica dell'artista, e dunque, a parer mio, non intacca l'accuratezza dell'opera.

Spesso, guardando le opere paleoartistiche ottocentesche, si tende ad associare certi autori a figure incompetenti nel loro campo. In realtà le paleoarti seguono semplicemente le ricerche del loro tempo.
È dunque ovvio che nel 2023 una paleoarte degli anni '90 possa risultare poco accurata.

Detto questo passiamo al presente: come si sta evolvendo lo scenario paleoartistico nel mondo?

I "Meme" paleoartistici

"A pack of Deinonychus attacking the herbivore Tenontosaurus", John Sibbick.


Dei "grandi" della Paleoarte c'è ben poco da dire, sono considerati "grandi" per un motivo, e non è di loro che voglio parlare in questa sede.

Molti paleoartisti emergenti e "in erba" iniziano il loro percorso paleoartistico ispirandosi ad artisti già noti. 
Di base, questo modo di fare, non è necessariamente errato, dato che all'inizio non si hanno vere e proprie basi per poter produrre dei pezzi unici. 
Le cose incominciano a cambiare quando a seguire le "mode" sono paleoartisti che operano da molto tempo nel loro campo:
Da quando è nata la Paleoarte ad oggi si sono creati innumerevoli stereotipi (o "meme" se vogliamo usare un'altro termine) che hanno involontariamente influenzato il mondo paleoartistico.

Senza andare troppo indietro nel tempo possiamo citare l'esempio della nota saga di successo "Jurassic Park", la quale viene ancora scambiata per documentario da tantissime (e aiutatemi a dire tantissime) persone. 
I sauropodi elefanteschi e i ceratopsidi dalle mani da rinoceronte sono figure che ancora oggi invadono le bacheche di Instagram e gli articoli pseudodivulgativi sul web. 

Jurassic Park non è, però, l'unica fonte di "problemi" attualmente presenti nel mondo paleoartistico.
I documentari, spesso, la fanno da padrone in questo campo. Nei vari media, vi sono ancora teropodi che ruggiscono per minacciare l'avversario o mandrie di erbivori che proteggono i propri piccoli analogamente agli odierni artiodattili. 
Spesso, i "documentari" si rifanno proprio ad alcuni luoghi comuni presenti in Jurassic Park, creando così un ciclo continuo che ha portato alla creazione dell'attuale comunità a tema "Paleo" di AwesomeBros. Non mi dilungherò sulla descrizione di queste figure perchè non meritano nemmeno una riga di presentazione.

Tolti questi soggetti dagli atteggiamenti e pensieri "bambineschi", bisogna riconoscere che alcuni meme derivati dai "paleomedia" sono tutt'ora presenti anche in paleoarti di un certo livello, come i dromeosauridi che cacciano in branco, lotte epiche tra Tyrannosaurus rex e Triceratops sp., spinosauri quadrupedi e così via.

Il punto è che spesso ci si concentra su questioni inutili quali le dimensioni al centimetro degli animali, il loro peso al grammo o se posseggano labbra o meno, quando invece si potrebbero risolvere ed esplorare altri aspetti interessanti, come ad esempio interazioni sociali non stereotipate, inclinazione del rostro corretta di alcuni generi di teropodi, colorazioni e pattern sensati, scene di caccia non enfatizzate, coperture filamentose coerenti e così via.

A proposito di pattern...

Tra le migliaia di artisti che si cimentano nella ricostruzioni di taxa estinti veramente in pochi riescono a creare animali con colori e pattern veramente convincenti o semplicemente sensati.

Premetto che i modelli geometrici naturali (dai pattern del pelo alle forme degli alberi e dei coralli) possono essere descritti grazie agli algoritmi di reazione e diffusione di Turing.

Mantello di giaguaro (Panthera onca), esempio classico di modello a doppio attivatore basato su un algoritmo di reazione-diffusione

Esempio di algoritmo di Turing applicato all'evoluzione degli arti nei vertebrati

Non potendo prevedere dei modelli caotici così complessi non possiamo generare un pattern animale da zero ed aspettarci che esso sia accurato, ma possiamo riconoscere alcune forme e motivi ricorrenti in diverse famiglie, basti pensare ai "flecks" o alle striature nei mammiferi.

La vera sfida, in una paleoarte, è raffigurare un animale del quale non si conosce il colore con dandogli un aspetto convincente e sensato.
Spesso, l'artista di turno, giustifica molte scelte estetiche con motivazioni assolutamente insensate quali "non esistono prove quindi faccio come voglio". Seguendo questo ragionamento potremmo benissimo ipotizzare che Homotherium fosse viola. Ovviamente una paleoarte sensata cerca di colmare tali mancanze grazie all'inferenza filogenetica, con la quale si possono inferire i tratti morfologici basandosi sulla filogenesi della specie che si vuole rappresentare. 

Detto questo, possiamo anche aggiungere che diversi ricercatori di università note hanno pubblicato molteplici lavori riguardanti i pattern e i colori delle specie animali. Grazie ad alcune accortezze possiamo raffigurare un animale con una colorazione sensata (badate bene, non accurata al 100%, ma semplicemente sensata).

Se non conoscessimo l'aspetto di un babbuino...

Premessa, se nel 2023 segui ancora i ragionamenti di questo famoso meme:


E per screditare le opere dei paleoartisti usi ancora queste immagini di Kosemen:


Allora apri ResearchGate e leggiti più paper che puoi, perchè la situazione è cambiata.

I paleoartisti seguono (e sono tenuti a seguire) le ricerche attuali.
Ovviamente, essendo il record fossile incompleto per definizione, conosciamo una piccolissima parte di quella che è stata la vita passata dei vari organismi, ma questo non significa che non sappiamo nulla.

Tra tutte le conoscenze attuali una disciplina primeggia su tutte: l'Anatomia Comparata.
Il fenomeno dello shrinkwrapping (i quali effetti sono dimostrati dal grande Kosemen in alcune tavole illustrate del libro All Yesterdays) è ormai quasi totalmente scomparso grazie ad una maggiore omogeneità dei modelli anatomici animali studiati. 

Ma...c'è un "ma": per evitare di raffigurare animali "shrinkwrappati", spesso, si rappresentano esemplari estremamente "in sovrappeso". Non esiste una quantità di adipe universale, essa varia da specie a specie, e dipende da diversi fattori morfologici ed ambientali. Questo non significa che siamo autorizzati a raffigurare ogni singolo animale con diversi strati di tessuto adiposo stile tricheco.


Conclusione

Avrei voluto dire centinaia di cose ma probabilmente non ne avrò detta nessuna nel concreto, ma per compensare il tutto spesso si tende a "stringere" un po' il discorso generale.

Concludo dicendo che questi, ovviamente, sono miei pensieri, e che io stesso continuo a commettere alcuni degli errori che ho citato nel testo di questo post. 
Mi piacerebbe semplicemente vedere delle paleoarti che non siano basate sui design di Prehistoric Planet, oppure dromeosauridi solitari, o ancora assenza di cure parentali nei teropodi non aviani.

Citando le parole di un mio caro amico e collega: "Guardate lo skeletal e leggete il paper".

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